Anna Molinari

Intervistata dalla nipote Rebecca Ciamponi.

Allora, prima di tutto presentati.

Mi chiamo Anna Molinari, ho 76 anni, sono di origine napoletana e… me ne vanto che sono di origine napoletana…  sì… che dire… la mia vita, forse non volevo che fosse così ma io ho iniziato a lavorare a 15 anni per esigenze familiari e ho lavorato finché non ho dovuto sposare, i figli… sono andata a lavorare subito subito in una tipografia e lì sono stata tanti anni, insomma era un lavoro che mi piaceva molto e proprio per questo progredivo sempre e… questo mi faceva poi guadagnare di più perché il proprietario era contento e… questo ero felice io e altrettanto la mia famiglia.

Poi una domanda sul fatto che una volta mi avevi raccontato di quando avevi preso il tuo primo stipendio.

La prima volta che ho fatto una cosa veramente insomma… grande… perché poi mio padre non lavorava, mia mamma era casalinga e io avevo due fratelli più piccini di me e allora mi dissero di fare la domanda per l’assegno familiare e… mia mamma non capiva, poverina, diceva ma no, ma non perdere tempo, invece io lo feci e dopo 8 mesi, accadeva di Natale proprio… io andai a prendere lo stipendio lì in ufficio e sicché mi dettero lo stipendio più la tredicesima e poi il ragioniere mi disse passa da quell’altra ragioniera in un’altra stanza e mi dettero tutti gli arretrati dell’assegno… sicché erano tanti soldi per me e allora… proprio in quel periodo là insomma c’era veramente tanto tanto bisogno in casa e… però io prima di andare a casa andai a fare delle spese e la prima cosa che presi, non avevamo nemmeno l’albero di Natale, comprai un alberello che quell’alberello è durato 30 anni a casa mia, casa di mio padre, perché desideravo… un alberello piccolino con delle palline, c’avevo una sorella che aveva 4 anni meno di me, un fratellino ancora 7 anni, erano piccini loro quindi ormai io ero grandicella… comprai tante cosine, un regalo per mamma, un regalo per mio papà insomma ai bambini, tornai a casa, mi sembrava non so chi, pacchi di qua, pacchi di là e mia mamma era rammaricata, disse che hai fatto hai speso i soldi dello stipendio e io dissi no, non ti preoccupare mamma… comunque alla fine io dissi mi hanno dato anche la tredicesima, ho speso i soldi della tredicesima, sicché le detti il mio stipendio, in più aprii la borsa e le contai, quelle 10000 lire ce le ho davanti agli occhi ed erano 10 di quelle lì, quando mia mamma vide tutti quei soldi disse chi te li ha dati questi soldi, ma chi me li dà a me questi soldi io dissi, avevi detto che io non dovevo fare la domanda invece l’ho fatta. E quello è stato… dopo 15 anni… il mio primo bel Natale.

Poi mi hai raccontato anche che una volta ti hanno fatto una richiesta per fare una pubblicità.

Sì, vennero a stampare delle pubblicità, non lo so, delle cose di una marca di un caffè e venne un dirigente di questa ditta, siccome io sono mora, avevo capelli neri, nera nera di viso, insomma questo tizio mi guardò e mi disse ma guarda tu saresti idonea a fare proprio la pubblicità del caffè, io lo guardai, ero una ragazzina, avevo 17 anni, allora disse passa dall’ufficio dopo dal direttore e io dissi no io la ringrazio ma io non lo faccio, non volevo lasciare la mia famiglia da sola. Me lo dicevano gli altri, mi faceva piacere che gli altri dicevano che begli occhi che hai, che bel fisico però non mi interessava nessuno anche perché poi ho conosciuto nonno.

Racconta di quando l’hai conosciuto.

Si chiamava Ugo e… a quell’epoca aveva 4 anni più di me, ne avevo 16, lui 20, però all’epoca le feste si facevano in casa non al ristorante e allora questa amica mia che il fratellino si era fatto la comunione aveva anche altri fratelli e questi fratelli a loro volta invitavano i loro amici e Ugo era uno degli amici del fratello di questa amica mia… mi ricordo la prima prima volta che lui ha parlato con me era… c’erano i giradischi all’epoca e lui aveva tanti dischi e uno di quelli era… mi pare Peppino di Capri, che io li sfogliavo questi dischi, dissi mamma mia belli, disse questi sono miei, dissi chi li vuole io sto guardando… allora pensai è proprio antipatico, ecco la prima volta che ho parlato con nonno, invece lui voleva approcciare a parlare… e lì poi io andavo sempre insieme a quest’amica mia da questa altra amica e lui incominciava a… lui venne la prima volta per la festa ma non è che frequentava quella casa, incominciava sempre a venire, sempre a venire e allora se ne accorsero anche loro, non lo ha mai fatto, mo che vieni tu, però poi era simpatico, era molto molto simpatico. Poi ci fidanzammo, venne a parlare con mio padre, come si usava all’epoca e la mattina lui si svegliava presto, mi veniva a prendere, mi accompagnava fino e fuori la fabbrica e poi se ne andava… perché diceva che io non dovevo viaggiare da sola, nei pullman chi ti approfitta, ti mette una mano addosso… lui stravedeva per me proprio mamma mia… ci siamo sposati, abbiamo avuto dei figli, lui avrebbe fatto una carretta di figli, lui aveva una pazienza con i figli, era dolce con i figli, mai messo un dito addosso ai figli, mai… Sicché è stato principalmente un buon marito, ovviamente un buon padre, mi aiutava tanto a me in casa, veramente…”

Va bene, grazie per quest’intervista.

Grazie cara… fënnutë?