Corrado Mazzotta

Intervistato dalla nipote Martina Mazzotta.

Io avevo un papà, un papà modello che ha lavorato per la famiglia, che però a 48 anni si è ammalato ed è deceduto. Io ero il capofamiglia e frequentavo il liceo, ho dovuto smettere gli studi per pensare alla famiglia che si trovava in condizioni disagiate e… insomma piano piano, piano piano, ho messo a posto le cose e la vita è andata avanti.
Mi sono sistemato, ho lavorato al comune, ho sistemato mia sorella e mio fratello eccetera.

Ma come hai fatto ad entrare in Comune?

Al comune io sono entrato prima come provvisorio, un incarico rinnovato ogni tre mesi e dopo di che, dopo un paio di anni di precariato, cosi lo chiamano adesso, ho fatto il concorso pubblico, l'ho vinto, in Prefettura a Lecce… e così ho potuto avere radici più solide e… mi sono fatto una casa, mi sono sposato eccetera.

Nonno, ma scusa, tu non avevi smesso gli studi perché avevi picchiato il professore?

Sì… sì, io andavo a scuola e c'era un professore di matematica che soffriva… che aveva sofferto di depressione e squilibri neurologici… era stato addirittura internato, poi riabilitato e riammesso all’insegnamento… dopo di che questo qui… non lo so boh ce l’aveva con me, si era fissato perché mentre lui era di spalle qualcuno rideva, e lui incolpò me pensando che stessi ridendo di lui, visto che non sapevo niente. Io non dissi chi era l’amico che stava ridendo, il compagno di scuola, di classe, e quello ogni volta che entrava a far e lezione mi cacciava fuori

Ma perché tu eri bravo in matematica oppure no?

No ero addirittura fasullo in matematica, ma non era questo il principio… era che questo qui si era incocciato, si era fissato che io lo avessi deriso e quindi ogni volta che entrava mi cacciava fuori… fu poi una mattina che io andai in bicicletta da Copertino a Lecce, ed arrivai bagnato per la pioggia e… già scocciato, lui mi cacciò subito dalla classe, la prima e la seconda ora che insegnava lui… io non uscii, mi ribellai e lui venne, mi minacciò, al che io salti il banco e… ancora se lo ricorda all’altro mondo quante mazzate gli ho dato!

Lui ti ha minacciato dicendomi che ti avrebbe bocciato?

Diceva “fuori fuori fuori” sì beh, e mi minacciava gesticolando con le mani, no? Però…però… questo è successo quel giorno, ma il giorno prima, mia madre era venuta da Copertino a Lecce con il pullman per sentire come me la cavavo a scuola, e durante l’intervallo alle 11 - 11 e mezzo, non sai… si faceva mezz'ora di sosta.

Mezz'ora facevate di intervallo?

Sì… beh giusto per chi aveva un panino, se lo mangiava.

Sì, anche noi lo facciamo adesso, ma sono dieci minuti.

Eh, quello lì, un “break” lì… e io mi accorsi che... ha trattato mia madre che si era fatta tutta sta strada per sapere come andava suo figlio.

Ma tu come hai fatto a scoprire che l’aveva trattata male ?

Me ne sono accorto perché mia madre usciva quasi piangendo dalla sala dei professori, dove aveva incontrato questo energumeno… le dissi "mamma, mamma"… e lei “no niente niente” e allora avevo capito di che si trattava e la mattina dopo, si è aggiunto questo fatto che mi cacciò perché ero stanco e tutto bagnato… venne, mi minacciò… e insomma successe il Quarantotto! Venni poi sospeso da tutte le scuole delle Repubblica, ma in seguito al ricorso venni riammesso, dopo un mese venni riammesso… però la morte di papà scombussolò tutto e non ho potuto più continuare gli studi…

E quandi anni avevi? L’età mia?

Ehm… quando è morto papà avevo 21 anni… sai a quei tempi era 4 e 5 ginnasio e poi 1 2 e 3 liceo, non erano 5 anni come è stato sempre al liceo Scientifico. Il Classico si divideva, dopo la 3 media in 4 e 5 ginnasio… mi spiego? Poi facevi 1 2 e 3 liceo. Se non superavi l'esame di quinta, c’era un esame come quello di terza media e come quello della maturità, se non lo superavi non passavi a liceo. Molti miei amici infatti, dopo essere bocciati due volte, si sono femati lì eh! Mi spiego?

Ma le femmine non ci andavano al liceo?

Sì, pochissimi eravamo, eravamo in 8/ 9 nella classe e ci spennavano, i professori potevano badare a tutti e ci interrogavano in continuazione! Era dura eh! Una scuola molto seria e… sì, molto seria, professori molto molto preparati e… sì… sì… sì... regole rigide da rispettare, però ci insegnavano davvero qualcosa eh!

E come punizioni? Per esempio?

Ti mettevano il 2, ci cacciava fuori dalla classe, fuori dalla porta e dovevamo stare poi nel cortile a vista dei bidelli, così si facevano le punizioni… poi qualche volta le più gravi erano sospensione dalla frequenza di tre giorni, poi bisognava tornare accompagnati dal genitore, insomma erano rigide le regole. Quando suonava il campanello di entrata bisognava entrare.

Anche come vestiario quindi immagino…

Come vestiario, bisognava andare ordinati e puliti, non eccentrici come adesso eh... no. non esisteva proprio. Bisognava andare ordinati e ben vestiti… sì... sì.

Erano altri tempi.

Altri tempi, sì… la scuola si è modernizzata… non lo so se in meglio o in peggio eh! Io non credo in meglio!

Non credi?

No… troppo permissivismo, addirittura quando un professore non ci picchiava, le botte solo alle scuole elementari… però insomma la pagavamo molto cara eh… sì sì….
Invece adesso sono un po' più…

Permissivi...

Sì, no... volevo dirti, oggi addirittura se un insegnante ti punisce, ti sgrida, il genitore va a sgridare l'insegnante, mentre... quando succedeva a noi, i genitori ci picchiavano a casa e ringraziavano la maestra per l’educazione che ci dava… perché poi il ruolo dell'insegnante, è sostitutivo alla famiglia no? Oltre che insegnarti qualcosa... ti insegna anche un po' l'educazione no?

È vero!

Eh! Ti può servire questo? Stai prendendo nota?

Si si! Mi sto ricordando tutto.

Poi se hai bisogno di qualche altra cosa, mi chiami e ti dico.

Va bene nonnetto!

Fai la brava a scuola eh! Non seguire il mio esempio!