Daniela Brillo

Intervistata dalla nipote Nicole Lippi.

Parlami del tuo primo ricordo.

La prima cosa che mi viene in mente è la scuola, la scuola elementare.

E che facevi a scuola?

La scuola... sono stati 5 anni piuttosto duri perché avevo un'insegnante, allora aveva una certa età che era molto molto severa, e quindi sicuramente mi ha un po' segnato. Ancora davano... se facevi qualcosa che non dovevi fare ti davano punizioni anche un po' corporali. Nel senso ti tenevano al banco con le braccia in alto, in ginocchio in terra o dietro la lavagna davanti agli altri bambini sicuramente ti sentivi... insomma.... un po' così. E quindi niente, lei era... come insegnante devo dire brava, perché ho imparato tanto però questo fatto della disciplina è stato per me un po' traumatico. Inoltre aveva anche un trasporto, diciamo così, per i figli di. Nel senso che il figlio del medico, del notaio eccetera, era tenuto sempre in un certo modo, io che ero figlia di un muratore, non ero fra le prescelte, si percepiva, ero piccola però queste cose le sentivo insomma... Ecco, sì, la scuola elementare mi ha segnato molto, però anche se da una parte è stato negativo, per altri aspetti è stato positivo perchè mi ha insegnato tanto e bene. Infatti le scuole dopo me le so' fumate insomma (ridacchia). Andavo bene, ero molto più avanti di altri bambini che venivano da altre scuole.

E dopo che hai fatto?

Ho fatto le scuole medie come tutti e poi ho fatto l'Istituto professionale per il commercio, la sezione contabilità e sono addetta alla contabilità d'azienda poi non ho proseguito perché praticamente finito di studiare ho trovato immediatamente lavoro, e mi hanno preso per tenere la contabilità in un azienda e sono andata subito a lavorare e allora avendo trovato lavoro non sono andata avanti nello studio.

Invece a livello sociale l'infanzia come l'hai vissuta?

Mah oltre alla scuola a quel tempo lì si seguiva molto... si andava in parrocchia anche se non ero molto portata (ridacchia) però sai il fatto è che quando sei piccola segui un po' la scia no? I bambini nella maggior parte dei casi andavano in parrocchia e quindi andavo anche io. Però.... tutto sommato non si stava male si giocava, sì si pregava anche però più che altro c'era il gioco di mezzo perché insomma quando sei piccolo è quello che attrae di più. Poi? scusa che domanda m'hai fatto che mi so' persa? (ride)

No dicevo, la sera uscivi con gli amici anche parlando di età un po' più adolescenziale.

Ah beh beh... la mia adolescenza dicamo... sono cresciuta un po' da sola, sono cresciuta da sola perché i miei genitori lavoravano entrambi e quindi me la sono cavata spesso da sola, sono stata spesso fuori casa, dici ma dove andavi alle scuole medie, eri piccolina... sì andavo a casa delle amiche, tre giorni da una tre giorni da un'altra, dall'amica del cuore praticamente quasi sempre, e quindi le mie esperienze me le sono fatte tutte da sola fuori casa e nel bene e nel male ho fatto tutto da me.

E la sera uscivate con gli amici?

No la sera non ce lo permettevano, si usciva nel pomeriggio, quelle poche ore perché bisogna studiare poi un po' di ore si usciva però sempre controllatissime, in casa mia da mio zio che viveva in casa con noi e che era un po' di anni più grande di me, però mi ha fatto un po' da fratello maggiore, in casa della mia amica lei aveva un fratello molto severo e non ci facevano uscire infatti la cosa che noi sognavamo sempre da ragazzine era la libertà, la libertà, la libertà. Ma non di fa’ chissà che cosa, però di pote’ uscire, invece no, non ci facevano uscire, questo sì. Poi niente, presto prestissimo ho conosciuto il primo amore, facevo seconda media, mi sono innamorata perdutamente di un ragazzo. No anzi prima di lui mi sono innamorata perdutamente di un cantante (ridacchia) di un complesso che ci ho preso una sbandata come succede a tutti i ragazzini. Il complesso erano i Rocks e il cantante si chiamava Johnny Charlton e....  L'ho amato per anni, ho avuto la fortuna di incontrarlo due volte, e questa cosa mi ha... cioè tutt'ora quando ritrovo le mie amiche mi ricordano di quando ho incontrato Johnny e quindi niente, durante il concerto, eravamo lì a urlare sotto il palco lui ha scelto me, mi ha preso per mano e mi ha tirato su nel palco e mi ha dato un bacio, e per un mese intero non mi sono lavata il viso (ride) per portare con me questo bacio. La seconda volta quando l'ho rivisto non ero più tanto bambina, ero più signorinella e devo dire anche perché insomma è inutile.... anche molto carina. Lui era davanti a me e ha fatto la serata, ha cantato sempre occhi negli occhi e quindi persa... innamorata persa. È stato un amore per anni, a senso unico, ma è stato il primo amore. Poi ho conosciuto un ragazzo che è stato il primo amore vero e proprio anche se l'amore a quel tempo era un amore molto platonico (ride) molto diverso dai giorni di oggi perché all'infuori di una mano su una spalla o qualche bacio se andava bene però finito lì insomma ecco. Questo per 5 anni è durato. Facevo seconda media, no, sì, fine seconda media, e è durato fino al giorno del mio diciottesimo. Il giorno del mio diciottesimo lui mi ha lasciata, e quindi è finito lì, la mia storia d'amore più importante.

Dopo di lui c'è stato nonno?

Dopo di lui.... (ridacchia) dopo di lui... allora dopo di lui ce ne saranno stati un centinaio di ragazzi. Il fatto è questo, io ero... allora dicevano che ero una delle più belle ragazze di Siena, e quindi che succedeva, i ragazzi mi aspettavano fuori casa e io per uscire tranquilla mi dovevo mettere la parrucca e camuffarmi pe’ potè uscire e esse libera. Altrimenti ero assillata da tutti questi ragazzi che mi venivano dietro. Quindi si faceva avanti uno, poi quell'altro, io dicevo: “sì, va bene, conosciamoci usciamo insieme”, si arrivava al dunque, magari ci scappava un bacino e io lo mollavo subito, perché capivo immediatamente che non era il ragazzo per me, perché io non sopportavo i ragazzi che facevano tutto quello che io gli dicevo. Se io gli dicevo “madonna che stronzo che sei” lui mi diceva “va bene basta sta’ insieme!”. Volevo il ragazzo che mi tenesse testa non che stasse lì come un brodo, sicché ne ho passati tanti tanti tanti. Finché un giorno in una sala da ballo dove uno mi tirava da una parte quell'altro mi tirava dall'altra, e un sapevo come fa’ a trova pace, lui mi guardava e passava a dritto, l'unico in tutta la sala. E a me indovina che, m'è garbato lui. Che era l'unico che non mi si filava (ride) e allora a quel punto so’ partita io e ho tentato insomma di andargli vicino qui e là poi lui non si sa come mi ha chiesto di ballare e mentre s'era lì nel primo ballo mi ha chiesto di fidanzarci e... (ridacchia) ho detto vabbè proviamo, se sei come tutti quell'altri il giorno dopo t'ho bell’e lasciato, invece poi non è stato così.

E te lavoravi?

Io lavoravo, lavoravo, tenevo la contabilità in quest'azienda, te l'ho detto, ero indipendente, avevo la macchina, lui invece no, quindi ero io quella che lo scarrozzava in qua e là. Lui non aveva ancora preso la patente, ero io diciamo l'omo, me lo portavo dietro.

Lui lavorava? Quanti anni avevate?

Ci siamo sposati dopo un anno e mezzo che ci siamo conosciuti, avevamo io 20 anni e lui pure. Lui lavorava in un ingrosso di cartoleria, faceva il venditore, il magazziniere, un po' di tutto, quello che c'era da fare. Io ero impiegata di là, insomma, avevamo molto poche entrate però insomma ce la facevamo. E abbiamo fatto tutto da soli, anche il matrimonio ce lo siamo pagati da soli perché il vestito suo era arrangiato, il gilet del mio zio, i pantaloni glieli ha cuciti la mi’ mamma, una giacca nera... cioè capito? Abbiamo comprato un letto, io ho comprato il vestito da sposa più economico che poteva esistere (ride) ma tanto non ci importava niente, bastava sposarci, lui perché aveva dei problemi in casa con il babbo e voleva venire via di casa. Io invece perché.... perché insomma mi sentivo già matura di farlo, nonostante avessi 20 anni avevo tanta esperienza sulle spalle e mi sentivo sicura della mia scelta.

E a che età sei rimasta incinta?

Un anno dopo preciso, 4 di maggio mi sono sposata del ‘75 e il 29 aprile è nata mamma.

E te hai lavorato tutta la vita?

No io ho lavorato per pochissimo tempo perché una volta sposata lui era così tanto geloso che non mi ha permesso più di lavorare e quindi... ho lasciato tutto e ho fatto la moglie e la mamma, perché il mio desiderio era solo fare la moglie e la mamma perché per me prima di tutto quello che conta di più in assoluto nella vita, è l'amore, io senza l'amore non posso vivere. E per me avevo trovato lui, avevo ritrovato l'amore, e quindi veniva prima di qualsiasi altra cosa, potevo fare a meno di un abito, di altre cose che non lavorando non mi potevo permettere, però avevo lui e mia figlia, io ho vissuto per loro. Questo è.

Lui invece ha lavorato tutta la vita?

Lui sì, non facendo lavorare me per la sua gelosia, mi ha detto “io lavorerò anche per te e quindi lavorerò tante ore, mi darò da fare, farò tutto quello che c'è bisogno per farti stare bene” e effettivamente l'ha fatto perché ha fatto una grande carriera, è diventato amministratore commerciale della Mondadori, quindi insomma ha fatto tuta la sua gavetta, da rappresentante, capo area, direttore vendite, direttore commerciale. Cioè voglio di’ ha fatto veramente una gavetta da paura, ha guadagnato anche per me, non ci è mai macato nulla. Quindi so’ stata sempre molto felice della mia scelta e non mi sono mai sentita, anzi mi sono sentita una donna molto fortunata perché stavo a casa e mi potevo godere tutte le cose della casa in massima tranquillità. Non ho mai sognato il lavoro ecco. Mi sono dedicata a tutto quello che mi piaceva, ho fatto tanto volontariato, ho sempre aiutato le persone che avevano bisogno. Poi mi sono dedicata al tennis, il tennis ha preso 20 anni della mia vita, prima come giocatrice perché bene o male iniziando diciamo da vecchiarella comunque ho vinto tante coppe, tanti tornei, ho fatto la coppa Otalia, mi ha dato tanto il tennis, tutto. E poi soprattutto diventando presidente, prima vicepresidente e presidente del circolo del tennis di Siena. So’ stata la prima donna in Italia presidente di un circolo, e il comitato regionale mi ha regalato 2 milioni di lire, all'ora c'era la lira. Due milioni, non a me personalmente, al mio circolo, perché sono stata la prima donna in Italia presidente, e quindi per me è stata una grande soddisfazione.

Ora lui però non c'è più.

No.... lui è morto, è morto 9 anni fa e niente adesso sono sola.

Sola sola?

Hahaha. Sola sola tra virgolette, ho un compagno ridacchia e quindi niente, si va avanti.